Intervista a mister Carlo Salvadori: «Questo è un gruppo con qualità straordinarie, tra di loro ci sono diversi giocatori maturi per il salto nei dilettanti, perché hanno la dote più importante: la testa. Quanto c’è di mio? Ho cercato di portare la mia mentalità, sono un po’ orso, ma alla fine il lavoro paga sempre. Certo, a tutti non si può piacere, e non ci tengo neanche…»
SALVADORI: «Ci è voluto qualche giorno per rendermi conto pienamente di quanto siamo riusciti a fare, dentro di me c’è un mix di sentimenti, felicità, soddisfazione, orgoglio, commozione per aver portato a Maliseti un risultato storico, anche tristezza perché per tanti di questi ragazzi finisce un ciclo, dopo 2-3 anni trascorsi insieme, diversi di loro erano con me negli Allievi…
Ho vinto altri campionati in carriera, ma questa vittoria la sento diversa dalle altre, Maliseti mi si è attaccata alla pelle, mi sento come a casa. Ringrazio la società, dal presidente a tutte le persone che quotidianamente sono impegnate al campo sportivo, il direttore Bardazzi, i miei collaboratori, Raffaele, Catalino, Claudio e Sandro Giusti, Onofrio, il nostro preparatore Simone Scaramelli, lo zio Onofrio. E ci tengo a dedicare la vittoria del campionato ad un dirigente ed amico che non c’è più, Sergio Ciampi, sarebbe stato sicuramente felicissimo…
Campioni con 3 turni di anticipo? Sapevamo che ogni giornata poteva essere quella buona, sinceramente sabato mi aspettavo di chiudere i conti, sapevamo che il Fiesolecaldine non avrebbe avuto vita facile contro il San Donato, in piena corsa per la coppa regionale. A Galciana i ragazzi sono scesi in campo con grande determinazione e concentrazione, non mi sono quasi mai alzato dalla panchina…
E’ un gruppo con qualità straordinarie, unità, compattezza, grande serietà. Sono ragazzi che non mollano mai. Tra di loro ci sono diversi giocatori maturi per il salto nei dilettanti, a Maliseti o fuori, perché hanno la dote più importante: la testa. Quanto c’è di mio? Ho cercato di portare la mia mentalità, sono un po’ orso, ma alla fine paga. Certo, a tutti non si può piacere, e non ci tengo neanche…
Sassolino nella scarpa? Ho un difetto che allo stesso tempo è un pregio, non mi scordo di niente. Non nascondo che mi ha dato un po’ noia lo scetticismo con cui due anni fa è stato accolto il cambio di conduzione tecnica deciso dalla società. Abbiamo risposto sul campo, con i fatti. Allora dissi che una società per crescere aveva bisogno anche di prescindere dalle persone, tutto passa mentre quello che rimane è il Maliseti. A volte cambiare, anche semplicemente ruolo nello stesso ambiente, fa bene…
Le finali regionali? Su quattro semifinaliste, tre sono di Eccellenza, campionato che finirà il 28. Mi auguro che anche la nostra prima squadra sia matematicamente salva. Sicuramente ci faremo trovare pronti, non molliamo niente, siamo a ballare e vogliamo ballare fino in fondo…
Sabato? Festeggeremo davanti al nostro pubblico, sono sicuro che i nostri sostenitori troveranno il modo migliore per celebrare questi meravigliosi atleti…»
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